sábado, 21 de setembro de 2024

1944

 9 Gennaio 1944 Dice Gesù : Continuo a parlare a te, uomo , e a tutti quelli che come te sono adoratori di idoli bugiardi. Non c’è bisogno di avere un Olimpo come i pagani dell’antico tempo, per essere idolatri. Non c’è bisogno di avere dei feticci come le tribù selvagge, per essere idolatri. Siete idolatri anche voi, e della più obbrobriosa idolatria, voi che adorate ciò che non è vero, che servite ad un culto che non è che culto di Satana, che adorate il Tenebroso per non volere chinare il capo traviato e il più traviato cuore a ciò che fu guida e luce soprannaturale di milioni e milioni di uomini che pure furono dei grandi della Terra - e della vera grandezza del genio e del cuore - i quali in questa luce e in questa guida soprannaturali trovarono la leva della loro elevazione, il conforto della loro vita e la gioia della loro eternità, ed ai quali il mondo, nonostante la sua evoluzione continua, guarda ammirando e rimpiangendo di non avere più in sé quella fede che fece grandi in Terra e oltre la Terra quei grandi. Voi, poiché le midolla della vostra anima non sono nutrite di Fede vera e della conoscenza di quegli eterni Veri che sono vita dello spirito; voi, che avete commesso verso voi stessi il delitto di negare allo spirito creato da Dio la conoscenza della Legge e della Dottrina data da Dio, e chiamate superstizione la Religione e definite inutili le forme di essa; voi trovate di esser superiori anche a quei grandi che, secondo voi, non vanno assolti dalla colpa di aver immiserito se stessi al livello di una donnicciuola ignorante per aver avuto ossequio alla Chiesa e obbedienza alla Religione, che altro non è che somma della mia Legge e della Dottrina del Figlio mio, culto, perciò, vero ad un Dio vero le cui manifestazioni sono innegabili e sicure . Tutte: dal Sinai al Calvario, dal Sepolcro squarciato da forza divina ai mille e mille miracoli che nel corso dei secoli, come parole di fuoco che non si spegne, di oro fuso che non si offusca, hanno scritto nel tempo le glorie di Dio e la verità del suo Essere. E come folli che gettino in mare degli splendidi gioielli raccogliendo preziosamente dei ciottoli, o rigettino dei cibi sani per empirsi poi la bocca di lordure, per la Religione di Dio che rifiutate non trovandola degna di voi - pseudo-superuomini dalla mente insatanassata, dal cuore corrotto, dallo spirito venduto, idoli a vostra volta dai piedi di creta - per la Religione respinta accogliete poi il demoniaco culto del Nemico di Dio e vi fate ministri o proseliti di esso. Eccoli i criticatori del mio culto, eccoli i giudici della mia Chiesa, eccoli gli accusatori dei miei ministri, eccoli i sindacatori dei miei fedeli! Trovano nel culto, nella Chiesa, nei sacerdoti, nei fedeli, oggetto di scherno e mezzo di avvilimento. Poi, loro che dicono che l’uomo non ha bisogno di culto, non ha bisogno di sacerdoti, non ha bisogno di cerimonie per corrispondere con Dio, si fanno un loro culto tenebroso, occulto, carico di tutto un cerimoniale segreto rispetto al quale quello palese, solare del mio culto è nulla. Si fanno dei ministri di esso, uomini corrotti e traviati quanto loro e più di loro, nei quali credono con fede cieca, e prendono per voci e manifestazioni di Dio gli istrionismi di questi posseduti da Satana. Si fanno proseliti - e come osservanti! - di questa parodia oscena di culto, di questa menzogna sacrilega. Eccoli, eccoli quelli che al posto del Dio santo, del Salvatore eterno, mettono la Entità e le entità infernali, e a quelle curvano fino a terra la loro cervice e la loro schiena, che non reputano degno di un uomo curvare davanti ad un vero altare sul quale la mia Gloria trionfa, e splende la Misericordia del mio Figlio, e fluisce vivificante l’Amore dello Spirito, ed esce Vita e Grazia da un Tabernacolo e da un Confessionale, non perché un uomo, pari a voi come materia ma fatto depositario di un potere divino dal Sacerdozio, vi dà una piccola forma di pane azzimo e vi pronuncia una formula di umane parole, ma perché quel poco pane è il mio Figlio, vivo e vero come è in Cielo alla mia destra col suo Corpo e Sangue, Anima e Divinità, e quelle parole fanno piovere il suo Sangue, che ha dolore di aver effuso per tanti di voi, sacrileghi spregiatori di Esso, come pioveva dall’alto della sua Croce su cui il mio amore per voi lo aveva inchiodato. Ma non riflettete, o pseudo-superuomini fatti di putrido fango che nessuna luce nobilita, alla vostra incongruenza? Respingete Dio e adorate gli idoli di un culto osceno e demoniaco. Dite di venerare e credere nel Cristo e poi fuggite dalla sua Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana; mettete una croce là dove chiamate il Nemico della Croce e del Crocifisso santo. È come se su quella Croce sputaste il rigurgito del vostro interno. E che ci vedete di grande nei vostri sacerdoti da burla? Nella massa dei miei sono molti sui quali vi è da fare appunti. Ma, e i vostri? Quale dei vostri è “santo”? Lussuriosi, crapuloni, menzogneri, superbi sono i migliori, delinquenti e feroci i peggiori. Ma di meglio fra i vostri non avete. Né potreste avere, perché se fossero onesti, casti, sinceri, mortificati, umili, sarebbero dei “santi”, ossia dei figli di Dio, e non potrebbe Satana possederli per traviarli e per traviarvi attraverso ad essi. Dopo anni ed anni che si dicono “mezzi” in mano a Dio, hanno migliorato la loro natura? No. Tali erano, tali restano, se pure non peggiorano. Ma non sapete che il contatto di Dio è continua metamorfosi che fa di un uomo un angelo? Quale consiglio buono, risultato poi corrispondente ai fatti, vi hanno mai dato? Nessuno. Ad uno dicono una cosa e ad un altro un’altra sullo stesso argomento, poiché sono zimbello di Satana e poiché Io, Io Potere supremo, confondo le loro idee di tenebre col fulgore insostenibile della mia Luce che essi non possono sopportare. Essa Luce è solo gioia e guida ai figli miei che con essa in cuore spaziano, non per potere proprio ma per potere di essa, nei tempi futuri, e con gli occhi dello spirito vedono, e con le orecchie dello spirito odono ciò che è segreto di Dio, futuro dell’uomo, e dicono in mio nome ciò che lo Spirito pone sulle loro labbra mondate dall’amore e fatte sante dal dolore. Indovini, astrologi, sapienti e dottori del satanismo che il mio Figlio condanna e che io copro di doppia condanna, di tripla condanna - perché la vostra religione satanica, che si camuffa di nomi pomposi ma altro non è che satanismo, è peccato contro Me, Signore del Cielo e della Terra davanti al quale non c’è altro Dio, è offesa al Figlio, Salvatore dell’uomo rovinato da Satana, è offesa allo Spirito Santo con la vostra negazione alla verità conosciuta - sappiate che Io rendo stoltezza la vostra scienza occulta e preparo i rigori di un futuro eterno per voi, che non avete voluto il Cielo ma l’inferno per vostro regno e avete voluto Satana, non Dio, per vostro pontefice, re e padre.» Credevo che parlasse Gesù, invece è l’Eterno Padre. Voglia Dio che la sua parola penetri quel cuore che lei sa. A me poi dice Gesù: «Maria, ti sei offerta senza riserve, non è vero? Vuoi che le anime si salvino per il tuo sacrificio, non è vero? E allora non pensi che ti ho detto che le anime si conquistano con la stessa arma con cui esse si perdono? L’impurità di un’anima con la purezza, la superbia con l’umiltà, l’egoismo con la carità, l’ateismo e la tiepidezza con la fede, e la disperazione, e la disperazione, e la disperazione, Maria, con le vostre angosce che pure non disperano, ma chiamano Dio, guardano a Dio, cercano Dio, sperano in Dio anche quando Satana, il mondo, gli uomini, gli eventi sembrano congiurare contro la speranza e si alleano per dire: “Non c’è Dio” . In quest’ora satanica che vivete, mentre dovrebbe unicamente essere usata un’arma per vincere la guerra di Satana alle creature di Dio, mentre basterebbe invocare il mio Nome con fede, speranza, carità intrepide, pressanti, accese, per vedere fuggire le armate di Satana e cadere infranti i loro mezzi che Io maledico, cosa sale dalla Terra al Cielo, e mai tanto vi sale come quando su voi è il flagello orrifico delle armi omicide, micidiali, che Satana ha insegnato all’uomo e che l’uomo ha accettate mettendo in disparte la legge che dice: “Amatevi come fratelli” per assumere quella che dice: “Odiatevi come io, Satana, odio”? Un coro di bestemmie, maledizioni, di derisioni a Dio, di disperazioni. La morte molte volte vi ferma sulle labbra quelle parole, ve le inchioda e vi porta così, marcati da un’ultima colpa, al mio cospetto. Maria, tu stupisci come dopo tanto aiuto io ti lasci ora sentire tanta angoscia. Ti ho aiutata nell’ora della morte di chi amavi e ti ho dato il mio cuore per guanciale e la mia bocca per musica e per lino che ha asciugato il tuo pianto col suo bacio e attutito il tuo dolore col suo canto d’amore. Ma quello era dolore tuo. Me lo avevi già offerto ed io l’avevo già usato. Era l’ora che te ne premiassi. Era l’ora che ti sostenessi perché tu mi devi servire ancora, mia piccola “voce”, e non voglio che tu muoia prima del momento in cui la tua voce potrà tacere, avendo dato abbastanza agli immeritevoli uomini di parola mia. Ora vi sono troppi che si dannano nella disperazione e muoiono accusandomi. Anche sulla bocca dei bimbi che, oggi, sanno più bestemmiare che pregare, e maledire che sorridere, e sempre più sapranno bestemmiare e maledire, poveri fiori sporcati dal mondo e dal suo re infernale quando il loro non è che un boccio ancora serrato. Perché alle vostre troppe, troppe, troppe maledizioni non abbia finalmente a rispondere una mia che vi stermini senza darvi tempo di invocarmi più; perché alle troppe, troppe accuse vostre a Me non abbia finalmente a tornare a voi la mia accusa tremenda; perché alle vostre troppe, troppe disperazioni, frutto naturale della vostra vita di bastardi, non abbia finalmente a corrispondere la mia condanna eterna su voi, miei salvati che calpestare Me e la salvezza che vi ho dato , occorre che vi siano vittime che amano, soffrono, pregano, benedicono, sperano, ma ripeto: soffrano, soffrano di quel che fa soffrire i fratelli, le quali vittime purifichino col loro amare, soffrire, pregare, benedire, sperare, i luoghi in cui si va incontro alla Morte, non quella della carne ma dello spirito. Io ti dico che se il numero di chi ama, crede e spera, fosse uguale a quello di coloro che non amano, non credono, non sperano, e che se nei tragici momenti in cui vi incombe la strage un uguale numero di invocazioni salissero insieme alle imprecazioni - bada che non dico un numero maggiore ma un numero uguale - tutte le insidie e le volontà dei demoni e degli uomini-demoni rimarrebbero spezzate e cadrebbero senza farvi più male, come avvoltoio al quale vengono spezzate l’ali e non può più far preda. Animo! Sii una che salva. Salvare! Per salvare l’Umanità ho lasciato il Cielo. Per salvare l’Umanità ho conosciuto la morte. Salvare! La più grande delle carità. Quella che fu la carità del Cristo. Quella che fa di voi, salvatrici, le anime che più sono uguali al Cristo. Io vi benedico, o voi tutte a Me sorelle nel salvare. Io ti benedico. Benedico te alla quale, per farti felice di una felicità immisurabile ed eterna, ho dato di essere una che salva. Va’ in pace. Sta’ in pace. Io sono con te, sempre.»t

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